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Fosse un atleta, sarebbe un quattrocentista, vista la velocità e la progressione mostrata dal Comitato per l’educazione finanziaria: insediato a settembre, il gruppo di lavoro guidato da Annamaria Lusardi ha messo a punto una strategia nazionale per innalzare il livello di educazione finanziaria degli italiani che gli ultimi studi concordano nel giudicare insoddisfacente. Nella classifica internazionale messa a punto nel 2015 da Gallup, Standard and Poors’ e Gflec (il think tank di Washington guidato proprio da Lusardi) Togo e Zambia si collocano a un livello superiore rispetto al nostro paese. Solamente il 37% dei nostri connazionali è in grado di fornire risposte corrette sui tre concetti di base dell’educazione finanziaria: inflazione, diversificazione e tassi composti.
Un deficit che ha avuto un ruolo nei molti casi di risparmio tradito, registrati negli anni e che mal si sposa con l’importanza che gli italiani assegnano al valore del risparmio. Da lì la necessità di mettere in campo una strategia nazionale per operare sugli studenti ma anche sugli adulti, come avviato nel resto dei paesi industrializzati. Una strategia che nei prossimi giorni sarà messa in consultazione pubblica, per raccogliere pareri e contributi dall’opinione pubblica, così come il portale online che rappresenterà il canale educational dell’alfabetizzazione finanziaria degli italiani.
Il piano ha già avuto l’ok delle Camere ed è in via di preparazione il decreto interministeriale con il quale il governo adotta il programma. Non si tratta di trasformare i risparmiatori in esperti di finanza, quanto di sensibilizzare i cittadini a comprendere le nozioni di base, l’esposizione ai principali rischi, compiere scelte autonome o capire quando è il caso di rivolgersi a un professionista. Molte le iniziative già definite: materiale informativo come segnalibri su cui campeggiano le regole chiave del risparmio, che vanno ricordate continuamente: dal rapporto rischio/rendimento, al fare confronti al consiglio di non firmare ciò che non si capisce. E poi gli incontri tra gli studenti nelle scuole, innanzitutto; ma la vera sfida è parlare agli adulti, senza costringerli a metterli dietro a un banco dopo una giornata di lavoro.
Importante il ruolo della Rai: il servizio pubblico è chiamato a sensibilizzare il pubblico sull’importanza di temi quali inflazione, diversificazione e rendimenti composti, all’interno di fiction e giochi, secondo le modalità del product placement, che è molto più efficace del tradizionale spot pubblicitario.